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oscuridad

Daedalus

Daedalus was unveiled on Friday 20th 2024 at Palazzo Boncompagni in Bologna integrating the permanent art collection of the Foundation.

Author: Ian Charles Lepine

Year: 2024

Title: Dedalo, o Il Rimpianto

Technique: Ceramic clay sculpture, painted with acrylics

Palazzo Boncompagni, Bologna

 

Dedalo, alcuni lo sanno, è infatti il padre mitologico della scultura: il primo scultore dell’Antichità. Platone ci dice che faceva creazioni tanto vitali che dovevano essere incatenate per timore che scapassero. Acanto alla sua paternità artistica è anche il padre di un giovane che ha ossessionato la storia dell’arte: Icaro. I Romantici chiedevano a Icaro di non ripiangere il suo destino; anche se lo ha portato alla morte, lo ha portato prima alla gloria solare. E un simbolo romantico.

     Meno ripresentato nella storia dell’arte è la figura di suo padre. Non si può fare un’ideale romantico di qualcuno che, attraverso le sue azioni, ha perso il proprio figlio.

     Dedalo è concepito come una metafora dell'inventiva umana così come un’allegoria del rimpianto. Nella cultura generale, la storia di questo personaggio mitico si condensa al momento tragico della caduta di suo figlio, Icaro, ma il mito è più vasto. Dimentichiamo spesso che Dedalo è il padre della scultura. Platone ci dice nel Menone che lo scultore faceva creazioni tanto vitali che dovevano essere incatenate per timore che scapassero. Dedalo ha anche concepito la mucca in legno che permette a Pasifae di giacere con il toro di Poseidone e ingenerare il minotauro, per cui crime è messo in prigione. Vediamo quindi nel mito due episodi di trasgressioni divina: mettere l’anima nella materia inerte, una volta con sculture in pietra, e dopo con la mucca in legno dove letteralmente si introduce Pasifae.

   

Questa scultura si allontana del naturalismo esattamente per questa ragione. È una punizione. Come mai? È un’opera che non cerca essere verosimile o umana. È tanto stilizzata in questo senso: la barba è impossibile, il petto è gigantesco, l’ala non tiene il volo, gli occhi sono scavati. Dedalo è quindi una scultura che cerca essere una scultura, non un essere umano. Come Dedalo condanna la pietra alla vita, questo busto lo condanna alla pietra.

Un’allegoria del rimpianto:

La scultura cerca di rappresentare tutti i momenti del mito dell'inventore condensati in un unico istante. Il busto ci mostra così il dolore del personaggio, e il momento della decisione per cui, secondo la teoria poetica classica, l'eroe cade inconsapevolmente nell'errore che lo porterà alla sua distruzione, cioè, l’hamartia. Cos’è? Nella Poetica, Aristotele sostiene che il protagonista delle tragedie più belle va in rovina a causa di una sorta di "fallimento", una hamartia, parola che intende mancare il bersaglio.

     Questa scultura è una dimostrazione della hamartia di Dedalo, poiché anche se monolitica è composta da due diversi momenti narrativi: l'ala bruciata e distrutta mostra il destino di suo figlio, il tragico presente. Lui perde al suo giglio, simbolo del futuro, della speranza di ogni padre. Tuttavia, all'interno della testa dell’eroe, come nel caso della Cassandra a Palazzo Boncompagni, una piuma di uccello mostra il passato, dove Dedalo ebbe un'idea che sarebbe diventata un incubo ma che inizialmente fu la salvezza del labirinto dove era rinchiuso con suo figlio. Un labirinto della sua propria creazione.

La scultura sviluppa così il contrasto tra le aspettative e la tragica realtà del mondo, il desiderio di leggerezza e libertà si contrasta alle peripezie della fortuna.

     In un altro livello, Dedalo ci racconta la stessa storia dell'arte: la scultura fonde tre stili cronologicamente diversi: il busto, classico nella sua realizzazione, è in contrasto con l'ala lignea che ricorda le invenzioni del Rinascimento di Vinci. Infine, l'utilizzo di un oggetto ritrovato, la piuma di uccello all'interno della sua testa, visibile solo attraverso i suoi occhi incavati, ci ricorda le strategie scultoree dell'età contemporanea.

     Un ultimo elemento cronologicamente instabile sono le fratture che ricoprono il busto. Questi buchi che caratterizzano le opere antiche vengono immediatamente interpretati dal nostro immaginario collettivo come fatti storici accaduti grazie al trascorrere del tempo e della storia. Tuttavia, in quest'opera, queste fratture assumono un'altra dimensione: sono gli effetti del passaggio non di secoli ma di anni e dei loro eventi, non della storia universale ma della storia personale, degli eventi vissuti che ci rompono come se fossimo di pietra.

Il soggetto della mia arte è quindi l'individuo, l'individuo che soffre il tormento del tempo e della storia.

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